Una recensione di Monica Buffagni.
“L’odore” di Amal Bouchareb (Buendia Books 2018) è un racconto svelto e agile, che si legge dapprima con curiosità stupita, poi con piacere e consapevolezza.
E’ riscritto in italiano dieci anni dopo la sua nascita originaria, dalla stessa autrice, che ci ricorda come non esistano barriere linguistiche, non esista una lingua araba, né una italiana, quanto piuttosto una comune “lingua umana”, che qui presta il proprio stampo al più trascurato dei cinque sensi: l’olfatto.
Esso diviene il pretesto, il filo narrativo, il sostegno del racconto; parte nella prima pagina con un “profumo” spruzzato elegantemente e si chiude nell’ultima con un “odore nauseante” che disgusta e allontana.
E’ questo racconto breve un piccolo gioiello, un gioco arguto e sottile per farci riflettere sulla nostra matrice umana, che talvolta comprende anche le sue forme più deteriori, quali la corruzione, il distacco dal mondo, dalla propria parte più vera, il rifiuto degli altri e della diversità di pensiero.
Seguiamo così la storia di Madame, elegante e asettica direttrice generale di una grande azienda, che si trova all’improvviso alle prese con un odore pestilenziale – proprio lei, così distaccata dalla materia e dalla quotidianità “animale” dei dipendenti – che ammorba ovunque e distrugge ciò a cui lei tiene di più.
Non è difficile cogliere il nesso tra il distacco autoreferenziale della protagonista e il timido coinvolgimento della massa umana dei suoi sottoposti, dagli autisti ai funzionari.
Madame non sente alcun odore, lei unica fra tutti e, a fatica, ma con grande determinazione, difende il suo ruolo, la sua torre d’avorio, che le permette di non mescolarsi con gli altri. Possiamo pensare ad un analfabetismo dei sentimenti, al timore verso il diverso da sé, a qualunque simbolo di divisione e frattura che l’uomo possa aver “inventato” e sperimentato nei secoli.
E’, paradossalmente, un dimenticare la propria parte “più pulita”, onesta, corretta, buona, nascondendola dietro una maschera profumata, a coprire gli odori altri.
Lo stile sobrio e asciutto dell’autrice ci rimanda alla sua riflessione sull’arte della traduzione e della riscrittura, nota che troviamo nella postfazione, tematica che rappresenta lo snodo centrale di pensiero: esso lega la letteratura interculturale a chi la scrive e a chi la rende fruibile, così come ai lettori.
Un’ottima occasione per riflettere sul rapporto tra scrittura e lettura, tra comunicazione e contenuti, tra cultura e natura.
© Monica Buffagni.
L’ odore. Amal Bouchareb. Buendia Books, 2018. ISBN: 8831987100