Amiche per la pelle di Laila Wadia
A cura di Francesca Chiarla
L’italiano non c la lingua madre di Laila Wadia, nata a Bombay nel 1966 e da 20 anni a Trieste, ma non ho dubbi nell’affermare che l’italiano, adottato nel testo come strumento di comunicazione e comprensione, c il vero protagonista del suo romanzo “Amiche per la pelle”, pubblicato recentemente da E/O.
La cornice che fa da sfondo alle vicende tanto ironiche quanto reali di quattro famiglie straniere arrivate a Trieste da paesi differenti e per ragioni differenti c la palazzina fatiscente di Via Ungaretti 25 in cui i ricordi della guerra nella vicina ex-Jugoslavia si mescolano ai profumi delle spezie indiane e storie albanesi vengono a contatto con l’immigrazione illegale cinese, ricreando, cose, un microcosmo multi-culturale in costante equilibrio fra integrazione ed esclusione.
Sono, pern, le lezioni di italiano che le quattro “capofamiglia” decidono di frequentare che mettono in mostra le caratteristiche piu intime, genuine e a volte anche strazianti di quattro culture differenti che comunicano fra loro in una lingua adottiva. I riferimenti linguistici sono la chiave per comprendere la personalitr e la storia di ognuna; mentre per Marinka, bosniaca, reduce dagli orrori della guerra, l’unico tempo coniugabile c il futuro, per Lule, enigmatica albanese che si vergogna della sua posizione impostale dalla societr italiana, il congiuntivo c il tempo verbale che piu le si addice e se per la cinese Meigui, conosciuta come Bocciolo di Rosa, parlare del passato significa iniziare a pronunciare una serie di parole contenenti la lettera “r”, per Shanti, un’indiana dolce ed accondiscendente, coniugare i verbi italiani significa solo navigare in un mare di ricordi felici fatti di profumi e di colori che sanno di casa.
A dimostrare che la lingua non c solo veicolo di un’espressione verbale, bense di un modo d’essere e di sentirsi, la forte preoccupazione dovuta alla notizia di un imminente sfratto fa riemergere errori grammaticali e difetti di pronuncia, quasi a sottolineare la fragilitr che caratterizza i rapporti d’integrazione fra realtr differenti.
Tra le tante difficoltr quotidiane e la lotta alla sopravvivenza che caratterizzano l’esistenza di tanti cittadini stranieri che vivono nelle nostre cittr e che la scrittrice qui descrive con realistica ironia, si intravede una luce di speranza rappresentata da quella nuova generazione di bambini che sono il prodotto ibrido del qua e lr, del prima e dopo che si potranno sentire a casa solo nel luogo in cui si sentiranno davvero felici.
Sarebbe bello pensare che, un giorno, quel luogo possa essere la “nostra”Italia.
Amiche per la pelle, Laila Wadia, Editore: E/O, 2007, Pagine: 160, Euro 14,00. ISBN: 978-88-7641-775-7