Recensione di Monica Buffagni.
“Tuio” di Judicael Ouango (edito da Rogiosi nell’ottobre 2018) cattura il lettore fin dal titolo, che è una sorta di manifesto dell’opera. La parola “Tuio” è, dolcemente, magicamente, la fusione di TU ed IO, la conquista del NOI, la tensione verso una simbiosi, che è riconoscimento dell’altro, ma anche di sé, come individui distinti, che scoprono una matrice comune e in essa ritrovano la loro dignità umana.
La tematica del “diverso”, che orgogliosamente rivendica tale unicità, tale discrepanza con l’ambiente esterno, la sua ricerca sofferta e travagliata di una dimensione umana e materiale, di una riconciliazione con le due anime, quella delle origini e quella dell’integrazione, per approdare ad un superamento delle differenze su una base comune, sono i fili portanti del racconto della vita dell’autore. Non a caso, scrivo “racconto” e non “biografia”, perché Ouango ha la capacità, lieve e contorta insieme, di raccontare, narrare la sua vita, privilegiando la dimensione poetica, intimista, dal sapore antico e suggestivo, di quanto gli accade, costruendo una sorta di fiaba vera, che poco spartisce con un asettico resoconto egocentrico della propria esistenza.
Ricorre, in questo libro, il tema della STRADA, luogo di nascita e di avventure dei primi passi incerti, sfondo archetipico all’altro tema del VIAGGIO, un viaggio concreto e metaforico che Ouango, novello Kerouac, spinto dalla necessità primordiale, compie alla ricerca di sé, di una identità condivisa, del riappropriarsi del significato della propria esistenza come tassello, filo, legame a quella degli altri.
Dal Burkina Faso all’Italia, in cerca di futuro, di sopravvivenza, di dignità, lacerato dai ricordi, dalle assenze, spinto dai desideri, dal bisogno, a metà tra due culture e due mondi, l’autore diventerà, suo malgrado, un uomo diverso, dopo aver scoperto sulla sua pelle il valore della unicità della persona umana, che tale diventa proprio nelle sue infinite declinazioni.
Lo stile di Ouango è felicemente barocco, con un sapore magico che fonde le parole come serpentine avvolgenti. Sono deliziosi, i titoli dei 19 capitoli del volume, una anteprima suggestiva, colma di sogno e al tempo stesso spoglia di fronzoli, di quanto si andrà a leggere, un lampo di atmosfera sussurrata; qua ricordo “Sorti e scorci di strada”, oppure “L’amore, pozzo nel deserto”, o ancora “Soli nella sabbia”… per non dimenticare “Terra di mare” e “Assenze”.
Proprio sul tema delle assenze, delle mancanze intimamente legate ai ricordi, alle origini, alle radici del sé, l’autore riflette su come la felicità sia il riuscito connubio tra queste ultime e le presenze, un accomodamento, una accettazione, un mediare tra diverse esigenze, tra la realtà e la necessità che conferisce equilibrio a chi riesce a raggiungerla.
Aspro e crudo, a tratti, nel racconto della fame, delle necessità vitali, di base, così come dei fenomeni primordiali a cui la natura stessa è legata, come la pioggia, è altrettanto soffice e poetico nell’esplorare il profondo del cuore umano e la sua immutabilità. La Madre Natura, panica e onnipresente, portatrice di vita, forte e potente, dura e affettuosa come la amatissima madre dell’autore, si tinge dei colori accesi della savana, si manifesta nella enormità del possente baobab, e, soprattutto, si fa piena e completa nella pioggia, questa dea Pioggia, a cui si devono la vita e la morte, strettamente legata all’Africa, di cui si è simbolo. Non a caso, per chi è africano d’origine, l’Europa è il luogo senza pioggia.
Koupela, il villaggio del Burkina Faso da cui parte Ouango, è pervaso da un senso di attesa, attesa della pioggia, della vita, permeato dalla consuetudine alla pazienza e subito si scontra con la frenesia e la freddezza, anche geografica, dei luoghi attraversati dal viaggiatore, che incontra e scopre ambienti estranei e ostili, soprattutto a lui, che, in quanto migrante, è come un morto in vita e che nessuno vede, come un fantasma smarrito.
Lontana diventa l’atavica equazione “terra e pioggia = libertà”; lo stravolgimento ambientale, i cambiamenti climatici indotti dall’uomo, lo sfruttamento della terra e dell’uomo da parte dell’uomo, un capitalismo che definirei dei sentimenti, ancor prima del resto, hanno mutato il paesaggio intorno, così come hanno ferito quello interno del migrante.
La brutalità e la mancata accoglienza, l’indifferenza, le divisioni, il respingimento del diverso che Ouango sperimenta nelle sue esperienze introducono una intuizione intensa, da condividere con il lettore, che l’autore stesso presenta: ognuno di noi vuole essere trattato dagli altri come avrebbe trattato lui…o, forse, come crede che avrebbe fatto. Non sempre l’animo umano è limpido, spesso ha un suo lato-ombra,
sottomesso alla necessità, alla paura del diverso, all’istinto di sopravvivenza, alle parti più complicate di sé e difficilmente può garantire una assoluta misura e correttezza di giudizio e reazioni, un perfetto equilibrio di pensiero ed emozione. E’ una accettazione della complessità psicologica della persona umana, che tale rimane sempre e comunque, soprattutto quando si confronta con l’altro da sé.
Molto può fare, per sanare le profonde ferite dell’anima, l’amore, che l’autore definisce “le ali dell’anima”, una magia che fa evadere da qualunque carcere, per primo quello che risiede dentro di noi, nella chiusura, nella diffidenza, nel rifiuto. Se il caos è l’assenza d’amore, la casa che ognuno desidera raggiungere è il cuore di un’altra persona, l’accettazione e il riconoscimento, dal superamento della diffidenza, intesa come reazione di chi riceve uno schiaffo, aspettandosi un abbraccio, la fiducia violata che riacquista la sua potenza e il suo ruolo. Il libro aiuta a riflettere sulla necessità di guardare l’altro, non solo vederlo, di riconoscerlo come persona e accettarlo con le sue debolezze e fragilità, a volte simili, a volte speculari, alle nostre.
“Tuio” è un canto di speranza, d’amore, di crudeltà e miserie umane, una narrazione dal sapore epico che possiamo condensare e magnificamente riassumere nella annotazione di Ouango “Credevo di incontrare stranieri, ma ho veduto solo uomini”.
Judicael Ouango . “Tuio”. Edizioni Rogiosi, 2018 EAN: 9788869503108 ISBN: 8869503100
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